Subito fu un dolce per le ribotte con gli amici della piscina. Da ragazzo giocavo a pallanuoto nella Rari Nantes Savona e molto spesso invitavo i miei compagni di squadra a cenare al Mosè. Si concludeva il pasto con una Pannacotta a testa e la Mariangela. Chiamavamo la Passeggiata nel Bosco, versione BETA, come la bruttissima e amorevole figlia di Fantozzi, ebbene si. Era un mix di tutto quello che di dolce si poteva mettere nel piatto.
Era molto diversa da quella di oggi e aveva almeno 4 ingredienti in più. Poi una volta feci assaggiare la Mariangela ad un cliente amico, il quale non riuscì a finirla, ma solo perchè era enorme. Noi ragazzi ci allenavamo tutti i giorni dall’una alle 2 e mezza e poi di sera dalle 6,30 alle 20,30. Bruciavamo tutto e avevamo sempre fame, figurarsi se una Mariangela ci avrebbe dato problemi…
Beh il giudizio di quell’amico cliente, sul dolce, fu comunque positivo. Parlandone decidemmo di provare a renderlo “umano”.
Nacque la Passeggiata nel Bosco, per alcuni, chiamata così perché una volta mangiata, si necessita di una passeggiata, ma non obbligatoriamente in un bosco. Venne l’idea di chiamarla così vedendo il funghetto formato dall’amaretto di Sassello messo sulla palla di gelato alla Vaniglia. Vicino c’è la Pera cotta che fa da collina. La base è una torta meringata, con la banana a fettine, il tutto poi, ricoperto di cioccolato fuso a bagnomaria al 60% di cacao.
Un dolce importante, per me denso di ricordi di gioventù, un dolce “dolce” che ben si abbina al Vino chinato, al Porto di annata, magari un Tawny di 10 anni oppure alla classica Madeira. Ci si abbina molto bene anche lo Sherry, ma senza scomodare il pedro Ximenez, un Oloroso sarebbe ideale.